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Gin di categoria, e categorie di Gin

23 FEBBRAIO 2019

Il gin è uno dei distillati con il maggior successo di diffusione degli ultimi anni ed è presente in tutte le bottigliere dei locali, ma come orientarsi in questa giungla di marchi e tipologie, tra gin pregiati e premiati come migliori gin al mondo?

Come distinguere un London Dry Gin da un Plymouth gin, un Genever, un Old Tom o uno Sloe Gin, per ordinare correttamente il prodotto dei nostri desideri? Facile!

Basta leggere con attenzione la nostra piccola guida alle categorie di gin.

 

1) London Dry Gin

È il risultato della distillazione di un macerato con alambicchi tradizionali o a vapore (in cui è il vapore a catturare l’aroma delle botaniche) di alcol etilico in presenza di bacche di ginepro. Il distillato ottenuto non può superare, al termina della distillazione, i 70 gradi alcolici. Nella legislazione non si parla della presenza di altre piante obbligatorie e pertanto non esiste un disciplinare che imponga la presenza di determinate specie botaniche. Il grado alcolico del prodotto finale alla vendita deve essere di minimo 37,5°. I gin di gradazione pari o superiore ai 57° vengono denominati Navy Strenght. Per legge non è possibile fare aggiunte di altre sostanze aromatiche dopo la distillazione per poter mantenere la dicitura London Dry, mentre è concesso l’uso di alcol puro o acqua per diluire l’alcolato aromatico e raggiungere la gradazione desiderata.

 

2) British London Dry

Considerando che “London Dry” è uno stile produttivo e non riguarda affatto il luogo di produzione, i Britannici hanno coniato questa definizione per differenziarsi dai London Dry in giro per il mondo, sottolineando la loro scuola produttiva.

 

3) Distilled Gin

E’ di base un London Dry Gin a cui sono state aggiunte sostanze aromatiche dopo la distillazione.

 

4) Compound Gin

Se fossimo ancora nell’epoca del Proibizionismo lo produrremmo nella vasca da bagno, infatti viene anche detto Bathtub Gin. Si produce e si produceva aromatizzando alcol puro con altri alcolati. Il processo è un semplice assemblaggio, un composto creato a freddo. Non c’è necessità di distillare in quanto gli alcolati delle singole spezie ed erbe sono mescolati semplicemente fra loro. Nulla vieta anche qui di aggiungere macerati, piante aromatiche, fiori o frutti all’interno della ricetta, ragione per cui spesso i compound hanno colore e leggere velature.

 

5) Plymouth

E’ il gin prodotto dal 1793 nell’omonima cittadina nel sud ovest dell’Inghilterra. Fino al 2016 è stato uno dei tre gin, insieme al Mahon Xoriguer e al gin di Vilnius, ad avere la denominazione IGT, per questo motivo viene considerato come categoria a parte anche se ha rinunciato alla denominazione.

 

6) Old Tom

E’ il gin vittoriano, la prima versione, quella storica, che la tradizione vuole abbia una delicata tendenza dolce. In passato era assimilabile, come stile produttivo, ad un London Dry in cui il profilo botanico era addolcito dalla presenza di liquirizia e semi di finocchio, mentre oggi vi viene aggiunto zucchero per dare la caratteristica nota dolce.

 

7) Sloe Gin

Non è un gin, ma un liquore, infatti la gradazione alcolica è più bassa. Viene offerto dalle famiglie inglesi come liquore di benvenuto o utilizzato come digestivo e corroborante, soprattutto durante le feste, ed ogni famiglia aveva una propria ricetta. Era ed è ottenuto partendo da un classico London Dry a cui sono aggiunte una discreta quantità di prugne selvatiche, dalla spiccata acidità, e zucchero. Oggi, dopo un lungo periodo di oblio è tornato di moda e ne sono nate versioni anche non inglesi.

 

8) Contemporary Style Gin

In un mercato sempre più affollato è necessario distinguersi e molti dei prodotti di nuova generazione snobbano le classiche aromatiche del gin, come iris, coriandolo, cardamomo, angelica, cassia e le scorze di agrumi a favore di botaniche inusuali e spesso il ginepro diventa subalterno. Costituiscono un buon entry level nella categoria per chi non ama le note troppo balsamiche del ginepro.

L’attuale mercato del gin, dominato dai gin aromatici, è possibile anche grazie all’introduzione degli alambicchi rotovapor che, a fronte di una piccola capacità produttiva, consente di utilizzare botaniche molto delicate come i petali di fiori. Questo metodo genera un prodotto finale molto aromatico e spesso colorato – con la distillazione infatti è impossibile estrarre i colori delle sostanze naturali utilizzate – in quanto le molecole responsabili del colore sono troppo pesanti per evaporare.

 

9) Traditional Style Gin

E’ un gin classico, dove l’aroma di ginepro è preponderante. Nascono in contrapposizione ai Contemporary per venire incontro ai puristi. Sono prodotti solamente con alambicco a caldo.

 

10) Cask Gin

E’ un gin che fa un passaggio in botte, per un periodo di massimo un anno. Pratica usuale in passato, in quanto storicamente non esisteva altro sistema di trasporto se non il barile in legno, ma divenuto piuttosto raro nei tempi moderni con l’arrivo delle botti d’acciaio. Questi gin, come gli altri distillati invecchiati, sono solitamente più rotondi al gusto e all’olfatto, grazie all’apporto aromatico del legno.

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